top of page

FUORI DALLA SCENA PER LASCIARE SPAZIO AL GRUPPO

Aggiornamento: 16 apr 2021

Ascolta l'articolo nel Podcast di Impronte ▶️

Oggi più che mai sento di estrema attualità ed importanza il contributo portato da due gradi uomini di inizio 9

00: Edward Bach, padre della floriterapia e J.L. Moreno, padre dello psicodramma classico e delle metodologie attive che si soffermò sullo studio delle dinamiche di gruppo.


Il primo, Edward Bach medico affermato che abbandonò tutto per dedicarsi alla ricerca di rimedi naturali, semplici e alla portata di tutti, nel suo breve scritto intitolato Essere se stessi, sottolinea come “Tutta la vera conoscenza viene solo dall’Interno di noi stessi in comunicazione con la nostra Anima....” e che non abbiamo bisogno di cercare insegnamenti o di essere istruiti dagli altri perché “...IN NOI STESSI GIACE TUTTA LA VERITÀ” quindi la ricerca va perseguita dentro di noi e non al di fuori, aspettandoci che siano altri ad indicarci la strada.

In un altro suo semplice ma intenso scritto, Bach ci esorta a “...conservare la nostra personalità, vivere la nostra vera vita...” rimanendo sempre al timone della nostra nave senza permettere ad altri di prenderne il timone per dirigerla e governarla. Parole che sento come delle pietre miliari che, ancor più oggi, dovremmo mantenere sempre vive e presenti in noi.


Il secondo, J.L. Moreno medico psichiatra, sin da ragazzo personaggio carismatico, esuberante, pratico, geniale e allo stesso tempo caloroso, passionale, con una grande fiducia nell’essere umano e un grande amore per il teatro e per l’umanità, ci esorta a pensare che siamo parte di un tutto e che in ognuno di noi è presente un frammento del Divino e proprio per questo ognuno è chiamato ad essere co-creatore, artefice e co-responsabile della propria vita, della realtà e del mondo.


Queste parole, presenti anche nel pensiero di Bach, da un lato mi risuonano come un balsamo che mi fa credere che tutto sia ancora possibile, soprattutto in questo momento storico, e dall’altro mi richiamano ad un grande impegno e alla responsabilità che nasce nel momento in cui le pronuncio, le scrivo e sento che riconoscendole come vere non posso più tirarmi indietro e tradirle. Così mi sento chiamata a trasformarle in scelte concrete da esprimere nella quotidianità e nel contributo che posso portare nelle proposte associative.


Per dare seguito ed onorare questi importanti contributi il piano su cui mi posso mettere in gioco non è tanto quello dei contenuti da proporre, quanto quello delle metodologie e delle modalità da adottare per condurre i gruppi e raggiungere le finalità dell’Associazione.

Impronte con l’Anima è nata per offrire strumenti di crescita interiore e di consapevolezza a partire anche dalla relazione che ci lega agli Anima-li che abbiamo scelto di accogliere nella nostra vita e nella nostra famiglia, dando un senso più ampio e profondo a questa relazione unica e speciale, che potremmo definire di co-evoluzione, che si esprime e ci vede coinvolti anche sul piano Animico-Spirituale.


Ed è per le ragioni sopra descritte che la novità e l’originalità delle proposte che stiamo mettendo in campo si manifesta soprattutto nel metodo attivo ed espressivo che abbiamo scelto di adottare per portare a maturazione le tematiche e i contenuti proposti ai gruppi e, ancor più, nel ruolo che come conduttore scelgo di vivere ed esprimere nel gruppo.


Rimanendo fedele agli insegnamenti di Moreno e riconoscendo che ogni individuo ha in dotazione una potenzialità enorme che si può esprimere attraverso lo sviluppo della spontaneità e della creatività a cui ogni essere vivente ha accesso e che il gruppo positivo è proprio il luogo, il mezzo e l’agente dello sviluppo di questa spontaneità e creatività, nonché il luogo privilegiato del cambiamento, non mi resta che vivere al meglio il mio ruolo di facilitatore di questi processi.

Si! Perché la chiave di volta, almeno per me, è proprio questa: quella di scegliere di lavorare con i gruppi adottando le metodologie attive che si rifanno allo psicodramma classico, adottando il ruolo di attivatore e facilitatore di processi in cui il gruppo diventa artefice principe ed indiscusso del cambiamento. Nel gruppo intersoggettivo la metodologia psicodrammatica prevede ed implica alcuni principi cardine quali la sospensione del giudizio, la circolarità e la simmetria, il primato e la valorizzazione della verità soggettiva, il rispecchiamento reciprico e il riconoscimento dell’alterità. Tutto questo è reso possibile dal ruolo che assume il conduttore che si fa garante di questi principi e rinuncia ad essere colui che ha delle conoscenze da divulgare, delle verità da condividere o delle leggi da svelare e diventa un facilitatore di processi e di accadimenti che si realizzano all’interno del gruppo attraverso le interazioni tra i partecipanti, lasciando così al gruppo e all’incontro tra gli individui l’atto creativo che genera e produce il cambiamento, il benessere e la crescita interiore che si esprimono a partire dalla relazione e dall’INCONTRO come lo intende J.L. Moreno, che prevede un’empatia a due vie, ossia reciproca.


“Un incontro di due

occhi negli occhi, volto nel volto.

E quando tu sarai vicino

io coglierò i tuoi occhi

e li metterò al posto dei miei

e tu coglierai i miei occhi

e li metterai al posto dei tuoi,

allora io ti guarderò con i tuoi occhi

e tu mi guarderai con i miei”.


Tutto questo, che a me appare affascinante e quasi mistico, mi richiede un grande sforzo e una grande volontà di intenti e di azione. Io nasco come persona che, da sempre, ha avuto in dotazione una grande capacità comunicativa e so che sul piano dialettico potrei non aver pari, ma sento anche che la vita è un viaggio di trasformazione e ricerca della completezza e dell’equilibrio pertanto, superata la soglia della mezza via, i cinquant’anni, lascio la mia zona di confort per sperimentarmi in quello spazio da conoscere, da esplorare e da amare che mi fa stare un passo indietro, fuori dal palcoscenico, ma sempre presente con la mia umanità per intervenire con attenzione e presenza là dove sia necessario.


Ringrazio sin da ora tutti coloro che vorranno essere al mio fianco in questo viaggio e tutti coloro che partecipando ai laboratori, ai percorsi e alle proposte di gruppo mi daranno modo di crescere e di espandere questa mia nuova parte che si sta già proponendo e manifestando.

Saprò che la meta sarà raggiunta quando vivrò con leggerezza ed entusiasmo il mio essere fuori dalla scena e le persone parteciperanno ai gruppi per nutrirsi dell’incontro autentico con l’altro.


Chiudo questo mio contributo con una riflessione di Salvatore Brizzi, scrittore, conferenziere, esperto di esoterismo che, seppur in un ambito differente e ancor più insidioso, avvalora in modo sintetico ed incisivo il mio sentire scrivendo:


“Ieri sera pensavo che nel mio lavoro di relatore sono ancora lontano dal mio obiettivo: diventare invisibile, fare in modo che le persone dimentichino il relatore per sentire solo il messaggio che c’è dietro. L’insegnante perfetto è colui che sparisce”.


Di Paola Fulgini, esperta in Psicodramma classico, si occupa di facilitare la relazione Uomo - Animale - Uomo in un'ottica sistemico-spirituale;



153 visualizzazioni0 commenti

Post correlati

Mostra tutti
bottom of page