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Immagine del redattorePaola Fulgini

Il senso di colpa per i nostri Anima-li

Aggiornamento: 9 feb 2021

Trasformarlo in Amore attraverso i Regni di Natura


Puoi ascoltarlo anche su Impronte podcast ▶️


Spesso mi è capitato di essere contattata da persone speciali che, per motivi diversi, stavano vivendo momenti emozionalmente difficili perché si sentivano in colpa per la morte, la malattia o il disagio manifestato dall’Anima-le con cui stavano condividendo la loro vita.

“Se fossi stata più attenta... Se avessi ascoltato il mio sesto senso... Se ci avessi pensato prima... Se avessi capito cosa voleva dirmi...” oppure “Avrei dovuto saperlo... Avrei dovuto fare qualcosa prima... Avrei dovuto capire...” e ancora “È tutta colpa mia se si è ammalato... Non sono riuscita a trasformare la mia rabbia e gli è venuto un tumore al fegato, non me lo perdonerò mai...”

Quanti rimpianti, quanto malessere, quanti interrogativi che sembrano non trovano risposta e riducono notevolmente le energie e il benessere della persona coinvolta e di tutto il sistema in cui vive. Si, perché una delle cose che accompagna il senso di colpa è proprio quello di assorbire e togliere tutte le energie che non saranno più disponibili ed utilizzabili per ritrovare un nuovo equilibrio.


Quando accogliamo un Anima-le nella nostra vita, sin dal primo momento, molti di noi sentono crescere il senso di responsabilità per tutti gli aspetti della vita di quella creatura che, giorno dopo giorno, riempie le nostre giornate, i nostri pensieri, il nostro cuore. Ci preoccupiamo della sua alimentazione, della sua socializzazione, della sua sessualità, di farlo vivere in un luogo accogliente, confortevole, emozionalmente adeguato, di farlo giocare, di fargli fare attività consone al suo modo di essere, di fargli sperimentare la libertà, di trovare il veterinario che ci aiuti a prendercene cura al meglio. Sentendoci punto di riferimento di un essere che si fida e si affida completamente a noi incominciamo inconsciamente a pensare che tutto possa essere da noi tenuto sotto controllo, organizzato, programmato e gestito perché possa fluire al meglio.


La vita però è un flusso che spesso sfugge alla nostra possibilità di determinazione, è un movimento che prima ancora di essere controllato chiede di essere accolto nella sua piena manifestazione. È un’esperienza che oltre alla responsabilità chiede anche fiducia, io dico, in una Coscienza Superiore che meglio di noi sa qual’è il massimo bene per ognuno.


Quando il cane o il gatto a cui siamo profondamente legati si ammala, vive un profondo disagio o muore, immediatamente ci sentiamo in colpa per quanto sta accadendo o è accaduto, come se non avessimo fatto abbastanza, come se avessimo determinato noi l’accaduto, come se tutto dipendesse sempre, totalmente ed unicamente da noi. Tutto questo ci mette inevitabilmente in contatto con il nostro senso di impotenza e di fallimento. Per molti resta difficile accettare di non essere perfetti e di non aver potuto fare di più, anche se l’imperfezione è un aspetto imprescindibile della natura umana; per altri è quasi impossibile accettare di aver avuto una disattenzione, anche se nessuno può essere completamente vigile in ogni momento; per altri ancora diventa un fallimento constatare di non essere riusciti a modificare alcuni aspetti o situazioni che, se trasformati, forse avrebbero fatto girare le cose in modo diverso, ma l’infallibilità è una condizione che ci ricorda il nostro non essere onnipotenti.

Razionalmente queste cose noi le sappiamo e le comprendiamo, ma il senso di colpa abita il cuore delle persone non la loro mente.


Nel tempo infatti mi sono resa conto che non è solo parlando alla mente delle persone che si possono portare i contributi per rendere più sopportabile il senso di colpa. La comunicazione più efficace spesso è quella che si esprime e passa da cuore a cuore, quella che coinvolge il sentire, quella che ci ricollega magicamente al senso profondo che ci ha portato ad aprire le porte della nostra casa e del nostro mondo interiore ad una creatura straordinario che per più o meno tempo ci ha permesso di respirare qualità di cui ci siamo nutriti, anche senza esserne pienamente consapevoli.

Diventare consapevoli delle forze spirituali a cui abbiamo aperto le porte quando abbiamo accolto quell’Anima-le nella nostra famiglia può essere un primo passo; il secondo, quello determinante, è accogliere queste forze spirituali e farle nostre vivendole ed esprimendole nei nostri gesti di vita quotidiana.


Mi spiego meglio: gli Anima-li domestici, per loro natura, sono portatori di qualità che tutti possiamo riconoscere attraverso l’osservazione e la relazione. Una di queste qualità è il NON GIUDIZIO. Al di là delle dinamiche e delle difficoltà di relazione che possono nascere e sulle quali il singolo Anima-le può chiamarci in causa, tutti noi abbiamo potuto sperimentare che il cane e il gatto che vivono nella nostra famiglia ci accolgono ogni giorno per quello che siamo, così come siamo. A differenza dell’umano loro non si aspettano che noi ci si comporti in un modo piuttosto che in un altro, ci ACCOLGONO per quello che siamo e, cosa ancora più rara, ci comunicano che SIAMO PERFETTI COSÌ COME SIAMO. Quale altra relazione ci permette di vivere una simile realtà. Troppo spesso questo aspetto della relazione lo diamo per scontato o non lo valorizziamo abbastanza, ma sentirsi accolti e non giudicati è davvero un nutrimento raro che ci sostiene e aumenta il nostro benessere.


Allora potremmo chiederci come mai ad un certo punto dell’evoluzione umana, si parla di milioni di anni fa, la Coscienza Superiore ha fatto si che due specie Anima-li, il cane e il gatto, incominciassero molto lentamente ad allontanarsi dalla vita selvatica per avvicinarsi sempre di più all’uomo fino ad entrare prima nei suoi villaggi, poi nelle sue abitazioni, occupando pian piano i posti più caldi ed intimi quali i divani e i letti per finire a varcare e penetrare lo spazio più intimo e profondo della persona che è proprio quello del suo cuore? Una risposta, non certo l’unica e non da tutti accolta ma che a me, a noi risuona molto profondamente è che, soprattutto in questo momento storico, gli Anima-li domestici incarnano quelle Forze Spirituali di Amore Incondizionato, Non giudizio, Accettazione di cui abbiamo profondamente bisogno e, giorno dopo giorno, ci vengono messe a disposizione perché noi le si possa respirare, perché noi si possa con esse risuonare fino a farle nostre.


Allora, se vogliamo onorare e fare nostro il messaggio e la frequenza di non giudizio, di accoglienza e di Amore Incondizionato che ci giunge attraverso l’evoluzione, forse è arrivato il momento di provare a mettere in pratica il dono ricevuto incominciando proprio da noi stessi accettandoci per quello che siamo, senza se e senza ma, ed accogliendo che tutto quello che abbiamo fatto, nel momento in cui lo abbiamo fatto, per il nostro Anima-le era il meglio che potessimo esprimere in quel momento e lui lo ha accolto con gratitudine ed Amore.


Anche dal regno vegetale, quello delle piante, arriva un aiuto nel processo di comprensione del senso di colpa.


Quando incontriamo uno stato emotivo, una forma pensiero che sentiamo sia per noi un ostacolo al fluire della nostra essenza e al nostro benessere, all'amore che possiamo indirizzare a noi stessi, possiamo rivolgerci alle essenze floreali, che come un raggio di sole sciolgono la neve delle disarmonie interiori e ci ridonano la frequenza maggiore con cui vibrare per il nostro bene e di tutti.

Edward Bach, padre della floriterapia, ci parla del senso di colpa e del suo superamento, il perdono, attraverso il fiore del pino: come l'abete, siamo alberi sempreverdi, da poter adornare di doni; talvolta, a volte spesso, ci attribuiamo errori, colpe, responsabilità che avviliscono la nostra vita e non siamo più capaci di vedere la luce che siamo, il contributo che rappresentiamo per l'esistenza stessa e la quantità di bene che incarniamo, a prescindere da ciò che facciamo, principalmente per quello che siamo. Talvolta ci focalizziamo solo su quel pezzetto che non siamo riusciti a governare, su ciò che non siamo riusciti a fare, che non abbiamo realizzato, sulle assenze e sulle così presunte mancanze. Bach ci ricorda che dentro di noi c'è una forza amorevole che ci invita a spostare la nostra attenzione su ciò che siamo, sulla totalità del nostro essere e ci invita ad elevare quelle doti e qualità interiori che abbiamo a disposizione, che mettiamo in campo, anche senza accorgercene, dandole per scontate, per sentirci bene con ciò che siamo e facciamo o abbiamo fatto perché è stato il nostro meglio, in quel qui ed ora, di ciò che potevamo fare per poter partecipare armoniosamente nell'orchestra della vita.

Così Bach descrive il rimedio di Pine:

"Per quelli che biasimano se stessi. Persino quando hanno successo pensano che avrebbero potuto fare meglio e non si accontentano mai dei propri sforzi o risultati. Sono lavoratori instancabili e soffrono molto per gli errori che attribuiscono a se stessi. Talvolta, in presenza di un errore compiuto da qualcun altro, se ne assumono essi stessi la responsabilità."

Pine ci avvicina alla qualità interiore dell'amorevolezza, dell'accettazione, della tenerezza e comprensione, compassione che possiamo provare per noi stessi, della stima e della riverenza che possiamo sentire per tutto ciò che siamo, come diritto alla vita, all'esistenza che ci chiede di essere prima di fare, e di imparare, facendo, per ritornare ad offrire alla vita stessa un senso, un significato diverso, ancora in dono.

E' per-donare sé stessi, dare a sé stessi la possibilità di essere umanamente umani, a scuola di vita attraverso le esperienze, gli attimi, le scelte, le consapevolezze e le relazioni.


Pine aiuta a sciogliere le tensioni nella parte alta dello stomaco, alleggerisce le spalle e la schiena dai pesi degli oneri e delle colpe e distende la mente; fa si che il nostro corpo, alleviato dal peso della colpa, si elevi come un pino verde per erigersi alto, con i pensieri che spiccare nel cielo e il sentimento radicato nella generosa terra.

Lo so, se ci fermiamo solo all'aspetto conoscitivo e di comprensione mentale, è difficile accettare questa visione delle cose, ma se si accolgono le dimensioni che le piante e gli animali ci portano, si entra nella frequenza del cuore che fa risuonare tutto e lo fa apparire come incredibilmente chiaro. Se la nostra parte umana ancora scalpita per opporsi, la parte di noi più intima e Spirituale si può lasciare andare, accompagnata da una zampa amica o dal profumo di un fiore, ad un profondo e commovente gesto di affidamento alla vita e di gratitudine che travalicano ogni dubbio o comprensione umana.


Di Paola Fulgini, esperta in Psicodramma classico, si occupa di facilitare la relazione Uomo - Animale - Uomo in un'ottica sistemico-spirituale;


con la collaborazione di:


Tatiana Vecchiato, ricercatrice indipendente, si occupa di discipline bio-psico-spirituali per il benessere in armonia con la natura.


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1 Comment


Patrizia Piva
Jan 11, 2021

Grazie- questo articolo è la risposta, la soluzione che cercavo da tanto

Davvero, Grazie- detto col cuore

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