Ascoltalo dalla voce di Silvia sul podcast >>
Forse ricorderete una pubblicità televisiva degli anni settanta in cui un attore (Ernesto Calindri) seduto nel bel mezzo del traffico cittadino, circondato dalle auto e dal rumore dei clacson sorseggiava imperturbabile un bicchierino di un noto liquore sostenendo che questo lo aiutava a superare “il logorio della vita moderna”.
Se già allora si parlava di “logorio” pensate a come possiamo gestire oggi le nostre giornate dal momento che i motivi stressanti, cui tutti siamo sottoposti, sono certamente aumentati.
Il lavoro frenetico, una famiglia sempre più scomposta, una seconda vita virtuale sui social, i figli che richiedono cure e attenzioni sempre maggiori, insomma ci muoviamo tutto l’anno in una specie di calderone emozionale che ci squassa e ci frulla lasciandoci alla fine privi di forza, quasi prosciugati.
Scriveva Tiziano Terzani “Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Le scuse per NON fermarsi a chiederci se questo correre ci renda più felici sono migliaia e, se NON ci sono, siamo bravissimi a inventarle”. In effetti, non ci chiediamo spesso se siamo davvero felici, forse perché conosciamo già la risposta?
Credo che non sia quindi un caso se, proprio negli ultimi decenni, abbiamo fatto entrare nelle nostre esistenze, per la prima volta e per un nostro bisogno specifico, degli esseri speciali, gli animali, che prima erano relegati solo in giardino, o nell’aia, legati alla catena per fare la guardia o per cacciare i topi. Oggi sono diventati invece parte integrante della nostra famiglia, della nostra quotidianità, della nostra stessa identità sociale visto che spesso rappresentano le foto dei nostri profili pubblici.
Il loro supporto al nostro fianco ci è stato di grande aiuto per superare momenti di crisi e di difficoltà.
Però anche gli animali che abbiamo accolto, che hanno seguito il nostro percorso evolutivo, hanno assorbito i nostri malumori, le nostre tensioni, la nostra rabbia quotidiana e si stanno sempre più ammalando di patologie derivanti dal nostro stesso stress, da uno stile di vita così poco naturale che ora li coinvolge direttamente, come parte fondamentale del rapporto.
In questo periodo ci troviamo nel pieno delle vacanze estive e penso che abbiamo tutti una grande opportunità: possiamo cercare di rilassarci, di vivere da mattina a sera seguendo i nostri ritmi biologici.
Dovunque saremo, anche semplicemente a casa, quello che mi sento di dire, prima di tutto a me stessa, è di cercare di staccarci dalla rete che ci chiede di rimanere sempre connessi, di lasciare andare i soliti problemi e di vivere pienamente con il nostro animale immergendoci nella natura che ci circonda e che spesso nemmeno osserviamo più, dandola per scontata.
Il nostro cane o il gatto se lo merita, anzi, direi che noi per primi ce lo meritiamo. Ci potremo alzare la mattina senza impegni o orari fissi, senza la solita fretta e potremo giocare con lui, coccolandolo più del solito, dedicandogli quel tempo che normalmente non abbiamo.
Se abbiamo un cane, possiamo uscire insieme per una passeggiata, nelle ore serali o al primo mattino senza più tenere il telefonino in mano, circondati dal frinire assordante delle cicale, fermandoci per bagnarci i piedi e le zampe nel torrente o sulla battigia.
Liberata dalla routine di tutti i giorni, senza alcun impegno pressante, la mente ritroverà in breve la sua pace riportando a galla le emozioni positive, trasportandoci verso la semplicità del nostro rapporto.
Io e te, tu e me, da soli come se fossimo un tutt’uno potremo recuperare una relazione vera, più sincera, cosa che ci era tanto mancata.
Scrisse Milan Kundera che “Sedersi con un cane su di una collina in uno splendido pomeriggio è come tornare all'Eden, dove non fare nulla non era noioso, era la pace.”
Proprio questa pace, questo Eden, questo stare bene insieme senza fare niente oppure facendo quelle cose che abbiamo rimandato durante l’anno è, per quanto mi riguarda, la vacanza che più mi ricarica.
L’estate non dovrebbe rappresentare per i nostri animali solo il momento tragico dell’abbandono, fenomeno che tutti noi ben conosciamo, un atto così doloroso che strappa un animale dalla sua famiglia, ma bensì il momento della gioia, dello stare insieme, della riscoperta, della complicità, del gioco.
Dedicare tempo al nostro animale è in fondo dedicare tempo a noi stessi.
Noi che lo abbiamo scelto tra tanti, proprio lui, proprio quello, noi che gli abbiamo attribuito un nome speciale e questo lo ha elevato dal semplice ruolo di cane/gatto a quello di “nostro fedele amico cane /gatto”, noi che lo abbiamo poi accolto in casa forse in un momento particolare della nostra vita.
Dedicargli del tempo è riscoprire la nostra voglia di vivere, l’essere felici e sereni di poco, con semplicità, l’essere capiti da qualcuno che non ci giudicherà mai.
L’estate può essere la migliore medicina per superare il logorio della vita moderna se riusciremo a viverla come un momento speciale per ritrovare noi stessi negli occhi dell’altro, reciprocamente, per rimanerci accanto in un modo più naturale, senza lasciarci mai.
Silvia Bagni
Comments